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vini orange

Orange wine: cosa sono i vini arancioni e come abbinarli

Moda o vini che meritano di restare nella storia? Gli orange wine, o vini orange, devono il loro nome al colore, l’arancione, che li ha portati ad essere chiamati anche ‘vini dal quarto colore’.

Vediamo quindi cosa sono i vini orange, qual è la loro storia, come e dove vengono prodotti e anche quali sono gli abbinamenti più sensati con i cibi.

Cosa si intende per vini arancioni o orange wine?

Per orange wines si intendono i vini che vanno da un colore giallo più o meno carico, fino al colore arancione con sfumature ambrate, che variano nelle caratteristiche, a seconda della struttura e degli affinamenti.

Diverse fonti riportano che la loro origine è antica, parliamo di migliaia di anni fa nell’attuale Georgia, quindi si tratta di realizzati con uve che, venivano e vengono tuttora macerate in anfore di terracotta chiamate Kvevri.

In tempi recenti, questi vini hanno conquistato alcuni mercati soprattutto internazionali spesso attratti da diversi fattori in particolare il Giappone ed i paesi dell’est asiatico, ma ed anche alcuni dove la cultura del vino è quasi o del tutto radicata, come gli Usa, l’Australia e la Francia ed il Nord Europa.

Anche in Italia e, tra curiosità generali e tendenze, sono realizzati da sempre più produttori.

Come si fanno gli orange wine?

In molti si chiedono come avviene la vinificazione dei vini orange e la domanda è più che lecita.

Per i vini orange si parte da uve a bacca bianca che con la tecnica della macerazione, che è cioè la fase in cui il mosto resta a contatto con le bucce dell’acino dell’uva, assumono il colore di cui si diceva sopra.

La durata della macerazione varia dalla scelta del produttore, alcune durano pochi giorni, altre anche alcuni mesi.

In questo periodo di tempo, quello che diventerà vino acquisisce i polifenoli, i tannini e le sostanze aromatiche che vanno a rendere i vini orange decisamente differenti dai bianchi e dai rossi sotto il profilo gusto olfattivo e, naturalmente, visivo.

Vini arancioni: le caratteristiche

I vini orange possono essere più o meno strutturati, dipende da quanto permangono le bucce nel liquido ma, naturalmente, anche dal vitigno di provenienza.

Se vogliamo dare un carattere generale a questi vini si possono usare gli aggettivi erbacei, fruttati, freschi, ma e generalmente più complessi.
Sono freschi e sapidi, imparagonabili sia a un vino rosso che a un vino bianco.
Sono una famiglia a parte e, per questo, meritano di essere intesi come vini particolari, a partire dal loro colore arancione, la cui intensità dipende dalla durata del contatto del liquido con le bucce.
Ovviamente, più il vino macera e più diventa ricco di polifenoli, di tannini e, di conseguenza, di spessore e colore

Spesso sono state riconosciute in questi vini note olfattive erbacee come le foglie di pomodoro e speziate di anice o ginepro, ma anche fruttate di albicocca, balsamiche di eucalipto, croccanti di cereali come il malto.
Per questo è complesso fare un identikit ‘medio’ del gusto di questi vini, variabile a seconda di molti fattori, ma che può trovare un punto in comune nella ‘sostanza’.

I vini arancioni sono, infatti, vini succosi, ma che allo stesso tempo sanno rimanere freschi, una caratteristica che sa forse renderli così unici.

Come abbinare i vini arancioni?

Le caratteristiche che abbiamo appena visto li rendono ideali con portate di pesci anche grassi, affumicati, comunque dalla consistenza importante.

Oppure con le carni bianche, come il pollo, preparato con spezie o erbe aromatiche, ma in generale possiamo dire che si abbinano facilmente a quasi tutti i piatti della cucina italiana, essendo vini molto versatili e trasversali.

Orange wines italiani

Per raccontare l’origine, o in un certo senso la rinascita degli Orange Wines in Italia, partiamo dal Friuli Venezia Giulia, partiamo da un gruppo di produttori del Collio goriziano tra i quali dobbiamo segnalare sicuramente Josko Gravner, il quale è stato uno dei primi a credere nella macerazione di vitigni autoctoni come ad esempio la Ribolla Gialla.

A seguire, diversi produttori in tutta la penisola, hanno attivato questo metodo di produzione, alcuni anche riscoprendo le anfore in terracotta, come alternativa all’acciaio, al legno e al cemento.
In particolare in Emilia-Romagna c’è stato quasi un ritorno al passato, visto che già i nostri contadini in tempi non tanto lontani, erano abituati a produrre vini semplicemente mediante la macerazione delle Uve e dei raspi.

Vini naturali orange

Una precisazione prima di parlare di vini naturali orange: non c’è legge in Italia che attualmente codifichi questa tipologia di vino, anche se la nomea sembra aver preso il sopravvento ed essere diventata di parlar comune.

Le discussioni, talvolta i battibecchi sui vini naturali proseguiranno chissà per quanto tempo, ma per trovare un punto chiaro, possiamo scomodare la scrittrice e wine writer americana Alice Feiring, o come Lei, altri esperti del settore che hanno sempre detto chiaramente cosa ne pensano

Va detto che, spesso, la produzione dei vini arancioni è fatta applicando alla vigna metodi naturali, siano essi biologici o biodinamici.

Questo può portare a definirli vini naturali, il che non è idealmente corretto, anche se nella vinificazione dei vini orange c’è attenzione alla riduzione della chimica e delle sostanze artificiali.

Si mira, insomma, a proteggere e a rispettare la natura, sia in fase di produzione che di vinificazione.