Immaginate di essere a Bologna, nei primi anni ’20. Se foste capitati dalle parti di Torre degli Asinelli, un piccolo ed affollatissimo locale avrebbe certamente conquistato la vostra attenzione. La mescita di Vini del Sig. Olindo Faccioli era un corridoio lungo e stretto, con l’entrata da una parte e l’uscita su Piazza di Porta Ravegnana.
Ci si andava per bere del buon vino, la cui scelta spesso ricadeva solo tra un Bianco ed un Rosso, ma rigorosamente di qualità. Se però poi arrivava la fame, si doveva entrare nuovamente dalla porta principale e rifare la fila.
Dopo dieci anni, nel 1934, l’ allora podestà di Bologna decise lo sgombero del locale; il sig. Olindo non ebbe altra scelta e si trovò nell’ imbarazzo di dover stabilire dove trasferire la mescita.
Via Rizzoli, nonostante l’ importanza già allora della via, non era di suo gusto… decise quindi per Via Altabella, una via tranquilla, appartata ma vicina alla vecchia sede, dove c’era quella torre che era Dritta, Alta e Bella, e che per queste ragioni in seguito diede il nome alla strada.
Erano tempi difficili… il Sig. Olindo di giorno lavorava nel locale, e di notte dormiva nel retrobottega, onde evitare spiacevoli sorprese mattutine.
Erano però anche i tempi in cui le osterie rappresentavano il centro nevralgico della vita sociale di Bologna. Era lì infatti che le persone andavano per chiacchierare, bere un buon bicchiere di vino o farsi una partita a carte.
Molti anni dopo, arrivarono il figlio Fiorenzo e la moglie Marina, che con piglio deciso e tenace, portarono avanti la tradizione del Sig. Olindo, arricchendo l’offerta con piatti della tradizione bolognese.
Continuando la tradizione di famiglia, subentrò Carlo, esperto sommelier, che nel solco tracciato dai genitori, ha mantenuto la tradizione del locale, conservando gli arredi in stile Liberty, le panche e le sedie Thonet, scaffali in legno pieni di bottiglie pregiate, e soprattutto un bancone con lo stesso pianale in marmo Veronese che il nonno dovette sostituire a quello di stagno, perché destinato a produrre fucili e cannoni che dovevano difendere la Patria dall’invasore.